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Techno man - cap.I

Fantascienza?

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“Roma, 2/1/2065

Le indagini sulla misteriosa sparizione di 200 microchip modello QUAD ha portato incredibili sviluppi.
Oggi, dopo una segnalazione anonima, la polizia ha fatto irruzione nel quartiere Tor Vergata, oramai in attesa di demolizione, trovando in un fatiscente magazzino una postazione già attrezzata per l’uso del QUAD. Ricordiamo che l’istallazione sottocutanea del chip rende possibile una regolazione precisa dei centri del piacere, dell’appetito e di tutte le funzioni biologiche e psicologiche. Nato nei laboratori del centro sperimentale di tecnologia biomedica dell’Università di Bisceglie, il QUAD è stato progettato per monitorare e reinderezzare eventuali problemi nel controllo umano di tali funzioni.
Due settimane fa, invece, è stata denunciata la scomparsa dei chip, mettendo in allarme la comunità scientifica internazionale. Data la segretezza del chip ci sono forti preoccupazioni sul canale che ha potuto far trapelare le informazioni e che potrebbe essere ancora in grado di fornire all’esterno notizie riservate sull’avanzamento della ricerca in campo biotecnologico.
Il QUAD e’ comunque replicabile ed anche la scoperta del laboratorio clandestino non garantisce la risoluzione del problema: il chip potrebbe essere usato in altri centri che si siano procurati una copia clandestina del microprocessore.
Un uomo con modifiche di tipo QUAD potrebbe percepire artificialmente qualsiesi sensazione psicologica anche con i conseguenti danni che le false percezioni possono portare all’equilibrio del sistema biologico dell’individuo...”

“Che palle questi notiziari…Eppure c’è qualcosa di divertente in questo ‘piacere artificiale’… se non fosse irrealizzabile mi farei quaddare anch’io….basta voglia di scopare…voglia di andare via….voglia di ubriacarmi….basterebbe un click e tutto il piacere arriverebbe automaticamente…Ma no, che schifo. E’ allucinante tutta questa storia, e allucoinante anche di più che si perda tempo con queste stronzate quando metà del mondo è sotto il livello minimo di sussistenza e vengono scoperte più malattie di quelle che si riescono a curare… Semmai questo giocattolo porterà solo nuovi disagi e illusioni …. E sarà forse il nuovo gadget ipertecnologico per i regali di natale….”

Giuliano rifletteva tra sé…a volte anche ad alta voce, da quando sua moglie lo aveva lasciato. Non aveva molte persone con cui parlare. Il mondo ed il ritmo della città era sempre più sostenuto ed era difficile trovare qualcuno disposto a perdere una mezz’oretta in un’attività non riconducibile chiaramente a qualche utilità.
Giuliano aveva avuto l’esonero dal lavoro da quando era caduto in un grave esaurimento nervoso dopo la crisi coniugale. All’azienda era più comodo tenerlo a casa che non farlo rientrare in servizio. I contributi dello Stato in questo caso rendevano possibile la riassunzione di un’altra persona e un salario ridotto al malato. E così era stato. Sulle prime Giuliano aveva vissuto questo cambiamento con molta euforia: non avrebbe dovuto più svegliarsi la mattina, fare un lavoro stressante, stancarsi…ma, dopo due mesi di quella vita, si era reso conto che per lui non era poi un miglioramento; abituato a lavorare, non aveva proprio idea di quello che significasse oragnizzare la giornata da solo, senza obblighi che non fossero quelli che liberamente decideva di porsi…così era caduto nella pigrizia e nell’apatia. La tv era spesso accesa e le strade, così vitali per chi aveva qualcosa da fare, gli apparivano assolutamente stranianti per lui, in cerca di qualche svago leggero e senza impegno.

“Buongiorno, oggi vi proponiamo una promozione esclusiva per il vostro salotto….”
“BASTA, adesso basta” click e la stanza tornò nel solito silenzio.
Solo il rumore del condizionatore (sempre acceso anche d’inverso per l’aria calda) accompagnava il rumore dei suoi passi inutili su e giù per la casa.
Erano le 10 di mattina. Cosa fare?
Sarebbe sceso…il giornalaio. Si, almeno quel micro contatto umano era rimasto: il giornalaio era una delle poche persone che aveva mantenuto qualche interesse per una chiacchiera disinteressata, almeno quando non aveva clienti da servire.
Sarebbe andato lì, come tutte le mattine e poi, una volta esauriti i soliti argomenti di conversazione, avrebbe proseguito verso il parco, godendosi quel po’ di natura che sopravviveva al caos della città.

Ma non era abbastanza..no! Era maledettamente arrabbiato con la sua superficialità. L’idea che avesse fatto il felice pensionato a 50 anni…era odiosa, era odioso che si conoscesse così poco.

Ma oramai era fatta. Avrebbe dovuto far uscire le capacità per gestire la sua nuova vita in modo decente. Chissà, avrebbe potuto cercare un lavoro. Già, con situazione sociale che c’era!
Chi avrebbe dato un lavoro ad uno fresco di esaurimento, piuttosto che di studi?
Si, non c’erano molte speranze, però, perché non tentare?
Del resto a cosa servivano, se no, i quotidiani? Visto che si era anche stancato di leggere le pagine di politica, cronaca e cultura, poteva ben passare agli annunci economici.

E così fece, una volta tornato a casa. Qualche attimo di penombra e poi la luce, la penna , il notes e le pagine immense del giornale fitte di caratteri microscopici…Giuliano non aveva alcuna voglia di sbattersi, e, forse, nemmeno di lavorare ma gli sembrava l’unica medicina di cui avesse bisogno. Anche se amara bisognava prenderla e – allora – tanto vale farla scendere con allegria.

Erano davvero strani gli annunci economici di offerte di lavoro. Specie quelli più piccoli, quelli che gli assomigliavano un po’, così persi nei meandri di quell’inferno di caratteri, quelli da pochi eurodollari, quelli che solo un’azienda sfigata come lui avrebbe potuto permettersi.
Eppure gli spazi a pagamento non si potevano ignorare. Così invitanti, ammiccanti, fatti proprio per essere guardati, opere d’arte in cerca di autore.
Tra manager, venditori, rappresentanti, offerte di strepitse opportunità per mettersi in proprio spiccò questo: “Prestigiosa ditta farmaceutica internazionale seleziona ambosessi per lavori sperimentali. Contratti semestrali rinnovabili. Si richiede spirito di intraprendenza e disponibilità a trasferte. I compensi saranno concordati in sede di colloquio. Non sono richieste specifiche esperienze precedenti.”
“Hmmm” farfugliò Giuliano.
Era forse l’unica richiesta a cui potesse rispondere.
“Ma, si saranno i soliti test di maketing. Giornate di domande, quiz, studi di settore per verificare il gradimento del pubblico..Del resto sono mesi che sono sovraesposto ai media. Sarò davvero il candidato ideale”.
E così, preso da quella strana euforia – fatta di tanto scetticismo ma anche da uno spirito dissacratore disposto comunque a farsi quattro risate – compose il numero.
Una voce preregistrata pregava di lasciare i propri dati e il proprio telefono. Sarebbe stato contattato al più presto dall’ufficio del personale.
“Ma si, meglio così, ci vuole un po’ di suspence. Avranno il loro campione, il loro consumatore perfetto. Ma dovranno pagare tanto. Non sono mica disposto a lasciare tutte le mie comodità per niente!”
Il tempo fuori si era ingrigito. L’inquinamento ora, più che un’emergenza era una realtà e – come si alzava un po’ di vento – più che pulire l’aria riusciva più che altro a spandere con ancora maggiore omogeneità tutto lo schifo che si era depositato sulle strade e sui palazzi. Oramai tutte le case potevano offrire un minimo di abilità solo grazie all’aria condizionata. L’aria era oramai respirabile solo nei parchi, per strada era un continuo tentativo di evitare respiri particolarmente profondi e prolungati. Solo il minimo per camminare. Una sigaretta, in quell’habitat, sarebbe stata dannosa come una bomba alla diossina.

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INDICE

cap.II

cap.III

cap. IV

cap.V

cap.VI

cap.VII

cap. VIII

cap.IX

cap.X

cap.XI

cap. XII

cap.XIII

cap.XIV

cap. XV