“Allora…per prima
cosa abbiamo bisogno di uno scrrening completo dei tuoi desideri…meglio se irrealizzati e irrealizzabili…si, in
denifintiva il fatto che dai tuoi test emerga una personalità un po’ alienata – scusami – è per noi un serio
vantaggio. Allora…vediamo un po’…dai test abbiamo individuato una certa insoddisfazione sessuale…Ti
andrebbe di provare il ProtoQuad ‘SexNow’?”
Giulaino riamase un po’
sconcertato.
Si sentiva nudo, umiliato, una
cavia storpia che veniva usata proprio perché storpia…
Aveva sentito parlare di macchine
per il sesso virtuale…ma aveva sempre avuto un istintivo senso di ripulsa… anche se una certa curiosità lo solleticava…
“Ti vedo perplesso…Non
ti preoccupare. Non hai nulla da temere. Non ci sono controindicazioni o, meglio, fino ad ora i test non hanno dato segnali
particolari di pericolosità. Quelli che sono usciti da quest’esperienza ìhanno raccontato un sacco di storie piccanti
e piacevoli…Ah, dimenticavo…rimane qualche piccola formalità, dovresti firmare il contratto e la liberatoria….”
Roberto rovistò veloce nel cassetto
della scrivania e ne estrasse i documenti con malcelata fretta e disagio.
Giuliano li guardò. Non aveva
alcuna voglia di firmare quelle carte senza averle lette con attenzione.
“Ricorda che siamo molto
generosi qui, paghimao 1000 euro per un test di un giorno. Pasti compresi. Ovviamente devi dare la tua completa disponibilità
per tutte le 24 ore. Dobbiamo studiare sia il prima che il dopo che l’esperimento in sé…”
Giuliano prese quei fogli e, cercando
di non farsi distrarre dalla parlantina continua di Roberto, cercava di raccapezzarsi in quel contratto pieno di note a piè
pagina e di rimandi ad altri documenti precedenti (ovviamente non presenti nell’incartamento). Più cheun contratto di
lavoro gli sembrava uno di quei contratti assicurativi dove gli articoli capestro sono sempre annegati tra innumervoli parole
e condizioni di difficile interpretazione.
Per non parlare della “Liberatoria”.
In sintesi, per ladurata dell’esperimento, avrebbe abdicato ad ogni sua possibilità di intervento diretto, non gli era
consentito dissentire da qualsiesi indicazione avesse ricevuto, non avrebbe potuto comunicare con l’esterno, ecc., ecc….insomma
una specie di assenso al proprio sequestro di persona. Il “Dopo” poi era ancora più vessatorio: rinunciava, con
la firma del documento, “a qualsivoglia diritto di chiedere risarcimenti per eventuali danni che avesse potuto riportare
quali conseguenze dirette o indirette degli esperimenti di cui al contratto allegato..”.
Non era convinto. Non era assilutamente
convinto.
Né l’atteggiamento da venditore
televisivo di Robero sembrava rassicurarlo in alcun modo.
Ma, nonostante tutto, la curiosità
e il senso di avventura e di mistero sembravano avere la meglio nel suo animo travagliato.
Avrebbe firmato. Anche se era
quasi sicuro di stare andare incontro ai guai.
Del
resto, alla sua età i guai sembravano quasi desiderati e, comunque, erano già un diversivo rispetto a quella condizione di
assenza di desideri che sembrava attanagliarlo. Di quella – più di tutto – temeva gli effetti devastanti e lisergici.
Contro quella avrebbe fatto di tutto e, anche se ancora non poteva saperlo, stava già dando tutto. Forse troppo.