Aspettare, bestemmiare, come un rap infinito.
La sua mente – tritacarne troppo veloce per poter metabolizzare qualcosa – eppure in quella capoccia qualcosa
stava succedendo.
Fantasie, desideri irrealizzabili. Ambienti patinati. Disinibizione post-moderna, follie surrealiste. Forse un’occhiata
sarebbe bastata per fare la sua fortuna.
Si, anche se non sarebbe successo niente di tutto quello, non avrebbe barattato per nulla quel volo intimo, quel momento di
gloria, quella dolce illusione – ma poi perché parlare di illusione?
Forse era la volta buona che la vita poteva girare in un’altra direzione.
Del resto, al di là di schieramenti ideologici, non poteva certo dire che segratarie fighe e soldi facili gli facessero schifo.
Era solo questione di punti di vista. Ed il suo stava cambiando.
Ora.
Domani avrebbe scoperto il coperchio.
E vaffanculo, anche se fosse stata l’ultima sola…evviva le sole.
Aveva comunque vissuto un pomeriggio stupendo. Con le sue fantasie.
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