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Techno man - cap.VIII

Fantascienza?

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Aveva accettato.

Superando pulsioni diverse, sospinto da aspettative contraddittorie.

Come un bambino al luna park, sentiva l'ebbrezza della giostra sconosciuta che l'aspettava, con il suo sorriso falsamente rassicurante.

Perchč avevano scelto proprio lui?

Beh,  la versione ufficiale non era granchč gratificante: una persona frustrata era l'ideale e, accettare e riconoscersi come tale, specie davanti ad estranei, non era certo rassicurante.

Lo costringeva, se non altro, a guardare il buco nero della sua esistenza, stringendo nevroticamente le propie scarne e poco significative certezze, come balaustre insicure davanti al vuoto dell'incostistenza.

Ma c'era anche il dolce sapore della rivitalizzazione dei desideri.

Certo, avrebbe vissuto solo la sensazione ed il senso di sazietą della realizzazione, ma, essendo un'esperienza "mercenaria" da dove guadagnava anche qualcosa, non era certo da buttar via.

Del resto nemmeno la sua vita - fino a quel momento -  era da buttar via, nonostante i giudizi "tecnici" del suo esaminatore.

Gli venne in mente - come un flash -  alcuni passaggi del suo psicanalista. E si ricordņ che il fatto di aver vissuto il freddo commento dell'intervistatore come un "giudizio", era solo il frutto del suo disperato bisogno di difendere il suo "sč". I test avevano solo segnalato che "lui" si sentiva frustrato. Nessuno avrebbe mai potuto avere la bilancia della giustizia e formulare in maniera corretta un giudizio del genere.

"Al diavolo l'analista"

Qul matematico tornare continuamente a sč, quell'impossibilitą di trovare ragione dei suoi malesseri negli altri, quel dannato meccanismo per cui poteva guardare solo dentro, alle sue nevrosi, alle sue difficoltą - anche se per l'analista era l'obbiettivo primario - per lui continuava ad essere doloroso e insostenibile e - anche se terapeuticamente importante - assolutamente fastidioso e soffocante.

Ma, del resto, il dolore era comunque lģ.

Solo che Giuliano aveva ritenuto pił conveniente conviverci, piuttosto che ascoltare le voci dei suoi desideri.

Ma no, non era un vigliacco, avrebbe raddrizzato la sua vita. Solo il dubbio che tutti quei soldi erano indispensabili alla sua guarigione e alle tasche del suo analista...non gli tornava proprio.

Tra meno di un mese avrebbe dovuto prendere la decisione: continuare a pagare per soffrire (il suo analista non era certo confortante) o andare avanti da solo.

La vita č misteriosa e bellissima, e non aveva intenzione di sprecarne nemmeno un pezzetto, nč a sopportare cruente analisi, nč a sperare - con le sole sue forze - una guarigione impossibile.

Chissą se il PRO QUAD l'avrebbe aiutato.

Chissą, forse gli sarebbe servito per capire qual'era la scelta giusta...

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