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Tempo 2

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Mario spense la tv. Tutte quelle notizie e la passione che lo stava dominando in quei giorni dovevano assolutamente rallentare. La ricerca del lavoro, a cui si era dedicato con convinzione 4 mesi fa era oramai ferma da quando era scoppiato il caso. Tutte le sue energie erano lì, tra i notiziari, i giornali ed i libri; non sopportava più le chiacchiere con gli amici che aveva liquidato, in cuor suo, come un branco di galline in fuga dalla gravità della situazione.

Ma ora basta, bisognava staccare la spina. Sarebbe uscito e cercato con affetto le 'galline in fuga', sperando - ora - che fossero davvero riuscite a scappare da quel paradosso surreale.

Purtroppo le ultime notizie non avevavo sconvolto solo la vita di Mario.

Mario se ne accorse gradualmente, fino a dover rivedere la correttezza dello pseudonimo 'galline in fuga'.

Le galline , più che in fuga, sembravano ora tenacemente asserragliate nel pollaio dove, invece delle luci che impongono agli animali una produttività innaturale, troneggiava la televisione e le sue quotidiane 'edizioni speciali'.

Il bar era diventato la versione napoletana dello 'Speaker Corner' londinese, inquinato solo dal rumore di sottofondo del tv.

Purtroppo Mario non aveva trovato l'evasione che cercava e -sia pure per un problema opposto - si trovava di nuovo ad evitarli. 'Il karma non è acqua' - pensò Mario e uscì dal bar deluso.

Inizio ad accarrezzare l'idea di passeggiare nei sobborghi in cerca di un po' di sesso a buon mercato. Era tanto che non andava con una puttana e, anche se non aveva davvero voglia di scopare, gli sembrava - ora - la cosa migliore da fare.

Quelle strade squallide e quelle donne avevano spesso nascosto, nelle pieghe di ore sprecate, qualche frammento di luce, invisibile nelle vie del centro. Ora Mario non cercava - apparentemente - le risposte di cui aveva bisogno e, forse, fu proprio quello ad aprirgli la porta dell'intuizione.

Fermò la sua macchina ai bordi della variante e prese a passeggiare. Vide una donna (un trans ?) particolarmente seducente. Si avvicinò e lei cercò subito il suo sguardo. Non sembrava davvero una puttana ma, piuttosto, una signora appena uscita da una boutique di tendenza. L'espressione, a primo acchitto in linea con lo stadard della variante, si rivelava pian piano particolare, unica, rara o, perlomeno, assolutamente diversa da quello che Mario si aspettava. La sfrontatezza di facciata lasciava spazio ad un sorriso curioso, le cosce scoperte chiedevano - piú di essere toccate - di essere ammirate nella loro sculturea bellezza, le sue mani sembravano più abituate a toccare tasti che non a dare piacere.

Helene: 'Ciao bello, vieni con me?'

Mario si avvicinò e la metamorfosi da puttana ad angelo della notte sembrava compiersi come una zoomata accoppiata ad un'elaborazione video.

Mario: "Dove mi porti?"

Helene: "Nel posto di non so dove, se sai dov'è."

'Ci mancava solo una puttana pazza' pensò Mario, per far rientrare in un minimo di schema mentale l'enigmatica risposta.

Helene: "Hai paura?"

Mario aveva sempre odiato nelle relazioni la sfida, la necessità di dimostrare l'eroico coraggio del maschio, il gioco sottile della seduzione. Forse era per questo he aveva spesso preferito ad un normale rapporto con una donna l'immediatezza della prostituzione.

La risposta di Helene lo infastidiva - gli offriva gli stessi tunnel dell'amore dai quali era uscito a fatica tre anni fa - ma, allo stesso tempo andava a risvegliare il bisogno di qualcosa di più di una veloce scopata.

"Si, ho paura" rispose Mario, unpo' per provocare i suoi paradossi e un po' perchè aveva davvero una strana paura.

Helene: "Di me ti puoi fidare. Vivo di notte sulla variante e di giorno nel posto di non so dove.

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