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Tempo 7

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Mario sentiva il ritmo della sua vita cambiare; ma era - oramai - un cambiamento ciclico che aveva già sperimentato tante volte: dall'impegno parossistico in qualcosa, alla delusione, al rifiuto categorico di ogni obbiettivo.

L'unica novità era che quel continuo riflettere sul tempo gli aveva aperto una prospettiva: se il tempo si poteva addirittura rubare, perchè doveva essere impossibile rompere il ciclo della sua sofferenza.

Sarebbe bastato un attimo per decidere, ma, fino ad allora, tutti gli attimi erano rimasti impigliati nella ruota...

Ma la realtà non lasciava scappatoie e, dalla ruota del tempo, fu la ruota della Toyota a riportarlo alla realtà - quella anteriore sinistra, proprio al ciglio dell'isterica variante, troppo frettolosa per accorgersi di una ruota bucata... fuori dal tempo, fuori dal ritmo dei cento camionisti in ritardo sulle consegne, fuori dal campo visivo degli yuppi, impegnati a consultare le aperture delle borse via cellulare.

Fu proprio quell'ultima visione a mixarsi magicamente al suono del cellulare di Mario.

"Pronto..."

"Ciao...sono Caterina"

"...Helene..."

"Chi è Helene?"

Mario non capì - e nemmeno Caterina.
Forse solo la teoria della curvatura dello spazio-tempo avrebbe potuto aiutare a capire. Ma - in quel momento - non c'era il'tempo' per intuire il cambimento...
Fu la passione di Mario per Helene a creare una via d'uscita:
"Scusa Caterina, ti avevo scambiato per una mia amica..."
In un mondo al rovescio, non c'era altra strada che guardare a testa in giù. Fare finta che il pazzesco sia plausibile, per essere ammesso alla sinfonia dodecafonica...
Questa la strategia di Mario. Solo che Mario non aveva mai studiato la musica concreta, nè tantomeno aveva esperienza con la psicologia delle donne, figuriamoci in un mondo a testa in giù.

"Sono diventata così poco importante per te?"
"No, scusami, mi ero svegliato da poco"
"Perchè non ti fai più trovare e poi...chi è questa Helene?"
Era su un ring a difendere se stesso dalla follia dell'avversario, mentre sarebbe voluto lì per cercare un momento d'amore.
"Incontriamoci" tagliò corto Mario
"Stasera, al solito posto" risposa Helene.
Ma qul'era il solito posto? La variante di Helene, il cortile dove l'aveva mollato, o qualche ordinario caffè in centro?
L'unica strada era cercare un posto nuovo: "No, Caterina, stasera vediamoci al Caffè del Teatro alle 8"
"Perchè?"
"Perchè mi trovo già in zona"
"Non capisco tutti questi misteri, tu lavori dall'altra parte della città e poi non ti piace nemmeno la zona del teatro. Non ti capisco più, attento a quell'Helene..."
e riattaccò.

Mario stava costruendo una storia senza nemmeno più sapere con chi, ma non c'era altra strada che seguire il corso degli eventi, piuttosto che illudersi di poterli dominare.
Lasciò la macchina e, aggiustandosi un minimo per non sembrare un barbone, si avviò verso casa. C'era anche il problema della macchina, Mario era sempre stato molto in difficoltà con i lavori manuali, non rimaneva che elemosinare l'intervento di un gommista che avesse avuto il tempo di andare sulla variante a cambiargli una gomma. Avrebbe dovuto insistere, inventare una scusa che coprisse la sua incapacità: quasi più laborioso che non sforzarsi di cambiare la ruota da solo ma ,oramai, era affezzionato alle sue incapacità e il gommista, ben pagato, avrebbe risolto il problema.

L'autobus non sarebbe arrivato prima di venti minuti e, cullato dal rumeore del traffico, Mario cercò di mettere ordini tra i pensieri. L'aria era inquinata al punto giusto da evitare qualsiesi tentativo di  "respirare profondamente e rilassarsi" e la mente sembrava al momento l'unica libertà che gli rimaneva. Ma aveva bisogno di un caffè e di una sciaquata: la mente non lo avrebbe portato molto lontano in quel momento, molto più concreto annoiarsi ed aspettare l'autobus.

Finalmente a casa, le rottura del gommista risolta, gli interrogativi affogati in un mare di incertezze ela TV padrona di spupazzarsi il suo relax...

Ma l'istinto di morte (come lo chiamava Mario) non si fece aspettare a lungo e Mario, dopo una mezz'oretta di film anni '50, schiacciò l'1 e - come prevedibile - la valanga di notizie ritornò a portarlo davanti alla vetrina dell'assurdo.
"... le più ricche famiglie del Sud iniziano a trasferirsi al Nerd: questo l'ultimo dato della demoskopea. La notizia ha portato scompiglio nel mondo politico; nel giro di due mesi il 20% della ricchezza del Sud è già stata trasferita nelle banche del nord. AN ha dichiarato che tutto il possibile sarà fatto per sgominare la gang ed ha invitato alla calma.
Il PDS parla di complotto internazionale con la complicità del governo. Proposta la rifondazione l'istituzione di una banca del tempo per risarcire i meridionali di tutto il tempo rubato.
SIlvio Berlusconi ha dichiarato che riserverà il 50% del tempo televisivo a programmazione autogestita da gruppi di produzione meridionali.
Le indagini sono ancora coperte dal silenzio stampa; il nucleo antiterrorismo della polizia ha ricevuto oggi il Presidente dei Fisici Italiani per organizzare un team di lavoro con gli scienziati più all'avanguardia sui temi dello spazio-tempo..."

La noia, quel sentimento che da tempo l'ansia aveva assolutamente inondato, iniziava a riafforare silenziosamente - quasi il sintomo di un inizio di guarigione. La casa era silenziosa e, almeno da lì a qualche ora, non sarebbe accaduto nulla.
Almeno questo il programma di Mario; era in attesa dell'appuntamento con Caterina-Helene e l'ansia, stranamente per un incontro con una donna, era sparita.

Accese distrattamente il televisore. Avrebbe cercato un talk-show o un telefilm; si era ripromesso di evitare i telegiornali o le inchieste sul furto del tempo. E così fece. Ma non è così semplice tener fuori dalla porta l'urlo insistente dei media.
Il talk show sul nuovo best seller si interruppe bruscamente: "TG1 Edizione straordinaria - Ci scusiamo con i telespettatori ma l'importanza della notizia non poteva attendenre la prossima edizione del telegiornale; oggi alle 14.00 è arrivata una telefonata anonima alla redazione del giornale, ascoltiamo la registrazione: "Qui Nucleo Armato  dei Padroni del Tempo, questa è la prima azione dimostrativa del nostro assoluto potere sul tempo. Le azioni di controllo della polizia iniziano a darci qualche problema; se entro le ore 16.00 di oggi non verrà diramato un comunicato ufficiale dove si dichiarono concluse ed archiviate tutte le indagini sul furto del tempo, da parte del capo del governo, alle 16.15 si darà corso alla rappresaglia.  Sarà intensificata il prelievo del tempo dalle regioni meridionali e verrà aumentato il tempo disponibile al nord. Non è escluso che la giornata dei popoli del sud possa raggiungere le 20 ore; in compenso da Bologna in su la giornata raggiungerà le 28 ore. E' anche possibile che gli orari cambino in maniera casuale all'interno della stessa regione. Questo è l'ultimo comunicato. Se non assisteremo alla dichiarazione del capo del governo, inizierete a dover far seriamente i conti con il NAPT."
Questo è il messaggio dei Nuclei che la polizia ha già ascoltato; il Capo del Governo si collegherà ora in diretta a reti unificate per una dichiarazione al popolo italiano.
"Cittadini, è inaccettabile il ricatto di un'organizzazione terroristica allo Stato. E' parimenti impossibile venire a patti. Le indagini continueranno fino a quando non avremo assicurato alla giustizia i delinquenti. Invitiamo, comunque, a mantenere la calma e, in caso di anomalie nel normale ritmo della giornata, di segnalare qualsiesi situazione al numero verde 800 932 434. Non c'è nulla di cui preoccuparsi, tutto è sotto controllo; non cediamo ai deliri di un'organizzazione di criminali..."
Dall'impegno sociale Mario si era ridotto a pensare egoisticamente a sè. La confusione nell'orario avrebbe messo in pericolo il suo appuntamento con Caterina-Helene.
Poteva solo sperare nella fortuna o nel fatto che le minacce rimanessero solo parole e che l'usuale scorrere delle lancette non subisse sconvolgimenti. Ma era troppo poco. Il primo momento di tranquillità di Mario era già sconvolto; era durato giusto un attimo, in un flusso incontrollabile.

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