Time4TheOther
Tempo 8

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Non ci sarebbe stato il tempo per riaggiustare il tempo.

Il tempo era oramai una variabile approssimativa; fino a che quella storia non sarebbe finita, sarebbe stato inutile qualunque diversivo. Ma Helene era intimimamente legata a quell'atmosfera: incredibilmente inesistente, tanto da rinnegare se stessa e lasciare a Caterina l'unica possibilità di manifestarsi.

Avrebbe potuto lasciare che quel raggio di sole (Helene) fosse stato coperto dalla follia dei Nuclei?

Non gli restava molto da fare, anche l'orologio era ora solo un'appossimazione; prese la macchina, di corsa verso la variante. Il suo desiderio di incontrarla era più forte di quello che avrebbe potuto immaginare. La sua calma di qualche minuto (?) prima, solo un ricordo, molto meno vivido di quello di Helene. La stessa Caterina era stato solo un stimolo per risvegliare in lui la possibilità di trascinare Helene nel mondo reale.

Il cellulare squillò sotto i neon veloci.

Rispose "Pronto?"

"Ma che fine hai fatto?"

"Avevo paura che il black out degli orologi ci avesse impedito di incontrarci, sono in macchina. Sei al Caffè del Teatro"?

"Certo, vieni presto"

"Faccio inversione ed arrivo"

"Dove sei?"

"Sulla variante"

"Perchè?"

"Ti spiegherò"

"Non è che stavi correndo da quell'Helene?"

"No...adesso ti lascio, è pericoloso parlare al telefono guidando..."

"Ok"

E riattaccò.

Il Caffè del Teatro era come sempre pieno ed anche intorno era quasi impossibile cercare un parcheggio.

Caterina era lì, vicino all'entrata, visibilmente spazientita.

Caterina, la gemella perbene della puttana Helene.

Viveva accanto alla sua immagine. Ma ne era profondamente disgustata.

Mario, del resto era rimasto abbagliato da Helene; non sapeva che effetto gli avrebbe fatto Caterina.

Mario accostò: "Vieni, entra su, qui non si riesce a trovare un parcheggio manco morto..."

"Neanche un bacio?"

Mario avvicinò le labbra leggere alle sue. Caterina le appoggiò un attimo in più, perchè Mario capisse che il bacio per lei era più intimo di quello che lui aveva previsto.

Del resto Mario aveva poco tempo per mettere a fuoco il rapporto che esisteva tra di loro. Ancora più in difficoltà, viste le gaffes che aveva fatto con la storia di Helene, la variante e tutto il resto.

"Sarà la mia ragazza" pensò Mario.

E le ipotesi per spiegare la situazione si avvicendavano veloci.

"Se Helene ha un suo corripsettivo, anch'io dovrei avere un gemello che ha già incontrato Caterina in passato... e ora perchè spetta a me ricucire le due dimensioni? dov'è il mio gemello?"

La misteriosa sensazione di essere a proprio agio che aveva accompagnato i pochi minuti con Helene, lasciavano spazio ad uno strano senso di disagio che provava ora con Caterina.

Comunque di una cosa era certo: Caterina ed Helene erano la stessa persona.

Quello che ancora non sapeva era che - comunque - erano in due spazi temporali diversi e che lui, invece, era sui due piani mantenendo la sua identità.

Caterina era bellissima; il fascino trasgressivo di Helene si trasformava nella dolce sensazione di intimità di Caterina. Caterina conosceva Mario, ma Mario no.

Mario cercava da ogni minima parola di Caterina un indizio di quello che era stato fino a quel momento per lei. Ovviamente questa incessante ricerca non poteva che provaovcare uno stato di continua tensione. "Speriamo almeno che non se ne accorga" pensava Mario.

"Dove andiamo?"

"Da me..."

E lì il dramma: poteva mai chiederle l'indirizzo, visto che che quel posto sarebbe dovuto essergli perfettamente familiare?

"Però guidi tu!"

Caterina scoppiò in una irrefrenabile risata...

"Ma sei scemo...Sai che non so guidare..."

"Caterina, scusa ma mi stanno capitando dei lapsus inspiegabili, indicami la strada"

"..."

La sua faccia tradiva tutto il suo sdegno, misto ad un senso di incredulità.

"Quell'Helene deve averti proprio succhiato il cervello...e forse non solo quello"

"Su Caterina, smettila con questa storia..." E squillò il cellulare.

"Pronto"

"Ciao"

"Ciao"

"Che stai facendo?"

"Sono con Caterina"

"Chi è Caterina?"

"Puoi richiamarmi dopo?"

E Caterina: "Chi è?"

Coprendo la cornetta "Un seccatore..."

"Non prendermi in giro"

"Passamela"

"..."

"Passamela"

Mario non potè faro altro che assecondarla. Peccato che non sapeva che tali paradossi non erano assolutamente possibili e che lo spazio tempo avrebbe reagito con assoluta severità.

All'incrocio delle due voci (quella di Helene e di Caterina) lo spazio tempo si ribellò violento. Una strana interferenza, come quella che si vede quando una trasmissione televisiva è disturbata da un altro segnale. Rese tutto confuso ai suoi occhi. La macchina si spense e Mario, preso dall'urgenza di tenere il controllo della guida non si accorse che nello stesso tempo Caterina era sparita. Al suo posto solo il cellulare, poggiato sul sedile.

Tempo si trasferisce su lycos; c'è qualche differenza nello scorrimento delle pagine (la barra di navigazione per le pagine del libro è sulla sinistra)
ma, tutto sommato, mi piace di più!

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