"Buongiorno, benvenuti alla prima edizione del Gr 1.
Il furto del tempo è oramai diventato un caso politico internazionale.
Alle rivolte dei giorni scorsi seguono la ridda di dichiarazioni. Il ministro dell'interno assicura che tutto è sotto controllo;
alle domande incalzanti dei giornalisti oppone la necessità del silenzio stampa per non danneggiare le indagini in corso.
Numerosi siti internet e newsgroups dedicati alla vicenda sono stati
chiusi di auorità. Il ministro delle comunicazioni ha dichiarato che si tratta di una misura temporanea per evitare il diffondersi
di ingiustificati allarmismi nella popolazione. La chiusura è stata anticipata da analoghe iniziative già varate nei giorni
scorsi negli States e nel Canada.
L'autorità di crisi già insediata al Pentagono sta settacciando la rete
alla ricerca di indizi - è possibile, nei prossimi giorniun task force internazionale sotto l'egida G8, in attesa di un'egida
definitiva dell'ONU.
Il movimento per la protezione della privacy e per la libertà di espressione,
ha iniziato una fitta rete di iniziative per tutelare i cybernaviganti; anche se oramai circola voce di una imminente dichiarazione
di emergenza che vanificherebbe quasiesi approccio al problema attraverso l'azione normale del Parlamento..."
Mario spense la radio con l'amara consapevolezza che, oramai, poco di
interessante sarebbe trapelato dal muro del silenzio stampa.
Mario spense la radio, accese il motore e fece inversione, il posto di
non so dove sarebbe rimasto tale;
Helene l'aveva usato o era stata costretta alla fuga da un evento sconosciuto?
Si sarebbero incontrati di nuovo o la magia di quei momenti era destnata
a rimanere una misteriosa parentesi ?
Era inutile aspettarla in quello squallido cortile, come era ugualmente
inutile fantasticare su di lei - sarebbe stato come cercare di riaddormentarsi per sognare di nuovo lo stesso sogno.
Procedeva piano nel primo sole del mattino e la trasgressione notturna
di quelle strade lasciava spazio alla realtà della periferia.
Forse é il caso che ricominci a cercare un lavoro... - pensò Mario.
L'incontro con Helene sembrava, apparentemente, non aver lasciato segni.
Mario riprese in mano il desiderio di tornare alla sua "vita normale",
proprio quando niente nel mondo sembrava più "normale".
Un ottimo alibi per aspettare "tempi migliori" o, comunque, una situazione
dolcemente complice.
Come lo sguardo di Helene, più simile a un sogno che a un'esperienza.
Gli venne in mente proprio quando aveva archiviato il probpema lavoro.
Ma non era un pensiero nostagico o un desiderio: lui sapeva che Helene
era una possibilità che, tra l'altro, aveva realmente incontrato. Era strano ma - per lui - era già tanto.
Non aveva mai creduto nell'amore, nè Helene poteva essere - in quel momento
- una sconferma del suo ateismo sentimentale. Anzi era per Mario la conferma che esisteva qulcosa di più dell'amore: su questo
- si - Helene era una conferma. Ammesso che Helene fosse realmente eistita e non fosse, invece, un riflesso di quei giorni
allucinati.
Comunque non c'è problema - pensò Mario - i giorni allucinati stanno
lì all'angolo aspettando di essere vissuti. Non aveva bisogno di particolari sforzi, l'aria in sospeso tra l'ansia della scoperta
e l'angoscia della frustrazione gli era molto più congeniale di una banale,faticosa, ricerca di un lavoro.
A quel punto al diavolo anche Helene. Se non avesse ritrovato Helene,
avrebbe trovato qualcun'altra. O no? Stava rischiando di barattare il suo ateismo per una innominabile cotta?
Bene, era ritornato davvero nei suoi abiti familiari: dubbi, paranoie,
indecisioni.
"Helene, chissà dov'è."
E la strada mangiava avida i suoi pneumatici; nè gli avrebbe sganciato
mezz'ombra di Helene, nemmeno come bonus dopo i primi 500 km di ricerche. Non che Mario la stesse cercando.
Almeno a giudicare dai suoi pensieri razionali.
Ma in quei giorni la ragione non la faceva tanto da padrona: i media
erano inondati da isterie disordinate e contraddittorie. Le galline - i suoi 'amici' - ancora più persi dei media e di ...
lui.