La
notte aveva iniziato a giocare con la luce. Il potere dell’uomo aveva annullato l’unicità del sole come fonte
di illuminazione.
I
pipistrelli giocavano a rincorrersi nel cielo blu notte e Lucio seguiva con difficoltà le loro traiettorie imprevedibili.
I
pipistrelli si muovono in relazione agli altri oggetti nell’ambiente. Non vedono. Sentono. Sentono quello che c’è
intorno. Non sentono il vuoto, sentono il pieno.
Lucio
si sentì molto simile a quegli animali, almeno guardando alla sua vita prima dell’incidente.
In
realtà i suoi percorsi erano sempre stati decisi in relazione all’ambiente attorno.
Si
era sempre preoccupato, più che altro, a non “scontrarsi”, a regolare le sue scelte su quelle degli altri, su
quello che era socialmente accettabile.
Non
aveva mai guardato il cielo, non si era mai smarrito a considerare le infinite possibilità che lo circondavanao.
Come
i pipistelli. Animali ciechi che sentono il pieno, gli ostacoli, e non vedono il vuoto, il cielo, i percorsi possibili, le
nuove strade da esplorare, l’immensa volta che contiene tutte le strade, la libertà di volare alto dove nessun ostacolo
può interrompere o decidere il cammino.
I
pipistrelli sono costretti a rivedere spesso la rotta…anzi, forse non hanno una rotta, hanno solo un radar che li aiuta
a muoversi e il loro volo è un riaggiornare continuamente la meta da raggiungere.
Lucio,
in realtà, non aveva una meta. Fino ad allora aveva navigato a vista, parlato a braccio, aspettato al massimo il week end,
gioito per un affare imprevisto… Come i pipistrelli si era interessato a sentire l’ambiente, il pieno, e a reagire
ad esso. Quel pieno che, in sostanza, era un vuoto o un’apparenza. Il succo, la vera gioia del percorso, era invece
disegnare una rotta al di là delle presenze attorno, sentendo il vento e il fresco dell’altitudine, guardando dall’alto
tutte le possibilità del volo, godendo dell’immensità del vuoto, decidendo come riempire lo spazio tra sé e i suoi desideri.
Avrebbe
volentieri ucciso il pipistrello che era in lui.
E
forse già l’averlo individuato aveva reso impossibile continuare ad esserlo.
Come
una pellicola fotografica negativa che – con un ulteriore passaggio – si può sviluppare in stampe positive, la
sua vita era matura per passare dalla filosofia “evitiamo i guai” a quella “cerchiamo la felicità”.
Il
pipistrello stava guadagnando la vista e, così, si sarebbe evoluto in forte airone.