Time4TheOther
Piante rare - Cap.6

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La notte aveva iniziato a giocare con la luce. Il potere dell’uomo aveva annullato l’unicità del sole come fonte di illuminazione.

I pipistrelli giocavano a rincorrersi nel cielo blu notte e Lucio seguiva con difficoltà le loro traiettorie imprevedibili.

I pipistrelli si muovono in relazione agli altri oggetti nell’ambiente. Non vedono. Sentono. Sentono quello che c’è intorno. Non sentono il vuoto, sentono il pieno.

Lucio si sentì molto simile a quegli animali, almeno guardando alla sua vita prima dell’incidente.

In realtà i suoi percorsi erano sempre stati decisi in relazione all’ambiente attorno.

Si era sempre preoccupato, più che altro, a non “scontrarsi”, a regolare le sue scelte su quelle degli altri, su quello che era socialmente accettabile.

Non aveva mai guardato il cielo, non si era mai smarrito a considerare le infinite possibilità che lo circondavanao.

Come i pipistelli. Animali ciechi che sentono il pieno, gli ostacoli, e non vedono il vuoto, il cielo, i percorsi possibili, le nuove strade da esplorare, l’immensa volta che contiene tutte le strade, la libertà di volare alto dove nessun ostacolo può interrompere o decidere il cammino.

I pipistrelli sono costretti a rivedere spesso la rotta…anzi, forse non hanno una rotta, hanno solo un radar che li aiuta a muoversi e il loro volo è un riaggiornare continuamente la meta da raggiungere.

Lucio, in realtà, non aveva una meta. Fino ad allora aveva navigato a vista, parlato a braccio, aspettato al massimo il week end, gioito per un affare imprevisto… Come i pipistrelli si era interessato a sentire l’ambiente, il pieno, e a reagire ad esso. Quel pieno che, in sostanza, era un vuoto o un’apparenza. Il succo, la vera gioia del percorso, era invece disegnare una rotta al di là delle presenze attorno, sentendo il vento e il fresco dell’altitudine, guardando dall’alto tutte le possibilità del volo, godendo dell’immensità del vuoto, decidendo come riempire lo spazio tra sé e i suoi desideri.

Avrebbe volentieri ucciso il pipistrello che era in lui.

E forse già l’averlo individuato aveva reso impossibile continuare ad esserlo.

Come una pellicola fotografica negativa che – con un ulteriore passaggio – si può sviluppare in stampe positive, la sua vita era matura per passare dalla filosofia “evitiamo i guai” a quella “cerchiamo la felicità”.

Il pipistrello stava guadagnando la vista e, così, si sarebbe evoluto in forte airone.