Time4TheOther
Piante rare - Cap.5

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Erano passati quindici giorni dal suo primo giorno d’ospedale. Aveva ricominciato pian piano a camminare. E così il giardino attorno aveva accolto la sua prima passeggiata.

Aveva desiderato con pazienza quel momento, ogni volta che sbirciava dalla finestra l’andirivieni dei passanti. Non aveva comunque mai avuto fretta: anche la sua stanzetta era imbevuta di un certo odore di pulito e di semplicità che rendeva piacevole anche lo stare lì, fermo su una sedia a guardare fuori.

Del resto solo quando aveva mosso i primo passi all’aperto aveva capito quanto avesse avuto bisogno di quella passeggiata, di come – inconsapevolemente – l’avesse desiderata.

Era contento. Contento che l’unica cosa che gli altri e lui stesso chiedesse ora alla sua vita era di riprendersi, di pensare alla sua salute…tutti i problemi potevano e dovevano restare fuori.

Ogni tanto fantasticava su quando fosse tornato a casa, senza provare un reale desiderio per quella meta.

Il sole stava tramontando, accompagnando con il suo invisibile e lento cammino l’incedere veloce dei passanti. Lucio godeva della sua lentezza, così diversa dall’ansia degli altri.

Anche lui – forse – avrebbe presto ricominciato a muoversi velocemente nel ritmo della vita.

Ma ora non avrebbe scambiato per nulla a mondo la sua tranquilla attesa con il moto perpetuo della strada che gli stava davanti.

Aveva deciso di assistere al tramonto, fino a che la luce dei lampioni avesse sostitutito quella del sole. Era probabilmente l’unica occasione della sua vita per poter concedersi il lusso di quel lungo spettacolo. Che pecato che gli altri non avessero mai avuto il minimo rispetto per il proprio tempo tale da permettersi di concedersi uno spettacolo tanto prezioso.

Del resto Lucio il prezzo l’aveva pagato. E ora era lì a notare ogni cambiamento nei colori, nel cielo, nei passanti, nella temperatura.

Sedeva su quella panchina con la stessa serietà con cui avrebbe assistito a una prima teatrale.

Iniziava a capire anche quel mondo così lontano e imperscrutabile dei barboni; iniziava ad afferrare il motivo per cui tante persone affrontavano il rischio della povertà e della solitudine. C’era un oceano di libertà da respirare che nessuna “vita normale” avrebbe potuto garantire.

Lucio.  Non avrebbe mai ipotizzato di poter capire il fascino di qul mondo. E invece ora gli era perfettamente chiaro. Anzi, non escludeva che, almeno per un periodo, avesse potuto vivere senza una meta, magari con qualche soldo in tasca e un albergo dove alloggiare, ma assolutamente libero da qualsiesi impegno e obbigo.

 

Il sole era quasi tramontato. Le persone attorno affrettavano il passo per tornare a casa il più presto possibile.

Lucio si sentiva un re. Poteva assecondare la propria andatura e tornare in camera senza la pur minima ansia.