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Ipotesi di miglioramento Capitolo V

Pomeriggio

Nature

L’arroganza del sole cedeva il passo al bisogno di tregua del mondo.

 

Consuelo vedeva nell’inizio della fine del giorno un buon auspicio.

Era una fine. Per un nuovo inizio.

 

E come ogni rinnovamento inizia chiudendo una parentesi, la fine di quel giorno la rasserenava.

 

Il fresco della sera imminente avrebbe allargato le maglie dell’ansia ed offerto quel po’ di ossigeno per vedere con serenità la propria vita.

 

I pensieri prendevano l’andamento lungo delle ombre, man mano che il tempo passava e il sole calava sull’orizzonte.

 

Tutto incredibilmente simile a tante altre sere e lei assolutamente detrerminata a rendere quella giornata diversa.

 

Cosa voleva Consuelo ?

 

Cose semplici. Cose che per tanti erano già realizzate.

Almeno così lei vedeva la situazione.

 

Cercava l’amore.

A volte, si rendeva conto che forse era quello il problema, si sarebbe accontentata anche di qualcosa di meno. Ecco, sarebe stata solo felice di essere ascoltata. Non pretendeva nemmeno più di essere amata.

 

Aveva rabbia.

 

Rabbia per una vita stretta sempre tra lavori, impegni, stanchezza, fretta e, alla fine, senso di inutilità.

 

Era anche abbastanza lucida da non riuscire più a scaricare il peso sull’indifferenza del marito, sulla costante attenzione che richiedevano i suoi figli, sul ritmo di una città malata.

 

Ma non aveva alcuna intenzione di continuare con quello stile di vita.

 

Quanti anni le rimanevano da vivere?

 

Certamente non pochi ma, ogni giorno in più che passava così era un giorno in meno per essere felice.

 

La strada pulsava indifferente. I bambini giocavano presi dalle parole che si sovrapponevano in un flusso continuo.

 

Consuelo non era più distratta da tutto ciò.

Era lì.

Vigile senza più cercare di farsi prendere dal ritmo per dimenticarsi di se stessa.

 

La giornata non era ancora finita.