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Parole sul Natale

 poesie e riflessioni di Alarico Bernardi





L’EUFORIA DEL NATALE

 

Tra qualche giorno è Natale! Ero sul punto di dimenticarlo! Non avrei potuto, c’è sempre qualcosa o qualcuno che te lo rammenta. L’abete, infiocchettato da vezzosità luminose o lo sguardo estatico di un bimbo, davanti alla vetrina di un negozio di giocattoli. Dimenticavo… e la corsa ai regali? La sacrosanta tradizione del dono ad ogni costo, dove la mettiamo? Non si può certo abolire, che Natale sarebbe?

Per non parlare dei “trofei” acquistati all’ultimo minuto, mentre la bancarella sta rimettendo le sue cianfrusaglie nel furgoncino. Il vanto di essersene impossessati, la gloria inneggiata da chi ha fatto compere ordinarie e ora è galvanizzato dall’abilità altrui, non avrebbero ragion d’essere se non ci fosse la Festa delle feste!

Nelle chiese vedi donne ancora giovani, lontane dal fiore della gioventù, che costruiscono presepi straordinari, impiegando tutto il loro tempo libero.

Un tempo che avrebbero potuto trascorrere, pensando alla solitudine che è stata regalata loro e che tentano vanamente di riciclare. Le solitudini del Natale… Già… esistono anch’esse. Sono nascoste da quelle che ti spingono ad esibirti, come un giocoliere improvvisato, nel tendone multicolore del Circo di Babbo Natale. La povertà di una mangiatoia, la semplicità di un bue e di un asinello, l’innocenza di un bambino e la gioia dei suoi genitori sono scivolati nell’indifferenza, abbagliati dalle luminarie, assordati dal frastuono degli uomini contemporanei.

Ida è cieca, non può essere distratta dall’euforia del Natale, non ha tempo per attendere la visita di qualcuno che non verrà! La cercheranno soltanto quando il rito si sarà consumato, quando le lacrime non serviranno più a simulare laghetti di montagna nel contesto d’un presepe! L’euforia del Natale, allora, farà in modo che i panni laceri del povero vestano lo spaventapasseri, mentre il gioco più interessante e costoso spiccherà tra le mani del bimbo malato.

Il Natale è anche questo: sognare un mondo migliore! Non è ancora vietato, sapete?





Buon Natale

 

 

Strade vestite a festa,

voci agitate, suoni,

fronzoli in cartapesta

come decorazioni.

Ode la folla una musica strana,

suonata da invisibili orchestrali,

che tutti induce ad una corsa vana,

ad acquistare inutili regali.

Vuota è la chiesa, ma brilla sul sagrato

l’antica Stella in tutto il suo splendore.

Vuol ricordare a chi ha dimenticato

che quella notte è nato il Redentore.

Cantano gli angeli e l’anima respira

un’aria pura, serena, celestiale.

Un uomo, seduto accanto a me si gira,

m’abbraccia e dice: “ Fratello… buon Natale!”

DELIRIO ED ILLUSIONE    

 

 

Sulla pianura che l’inverno imbianca

cammina un vecchio senza far rumore.

A gran fatica tra la neve arranca

verso un destino privo di clamore.

Gli altri felici, intorno al grande abete,

doni fantastici attendono cantando

inni festosi che l’eco già ripete

a quella luna che li sta osservando!

Trasporta il vento speranze conosciute

da chi ha ceduto all’immaginazione,

alle false promesse ricevute

in un delirio fatto d’illusione!





Inverno

 

 

Vecchio rugoso dal logoro cappello,

estraneo ormai ai giochi della sorte,

sicuro vai con il tuo fardello

ad incontrare il ghigno della morte!

Dischiudi il pugno, seminando neve,

mentre la pioggia il volto ti ha rigato.

La luce del giorno è così lieve,

da quando il sole hai spento con un fiato!









LA FOLLIA DI BABBO NATALE

 

 

 

L’aereo da qualcuno dirottato

dimentica la neve sotto il sole.

Babbo Natale grasso e infagottato

resta a pensare, non ha più parole.

Non è atterrato in un paese ostile

o sugli studi di Cinecittà.

Gli sembra di capire che è in Brasile,

dove samba vuol dire povertà!

La folla scatenata lo trascina,

sulle note d’una musica nuova,

a volteggiare con la ballerina

che insegue il ritmo della bossa nova.

Via gli stivali, al diavolo il cappello,

senza la tuta più comodo è bailar!

Questo Natale sarà davvero bello

se tutti insieme saremo a festeggiar!










MATTINA DI NATALE

 

 

 

Sono già tutti svegli stamattina

al festoso vociar delle campane.

L’aroma del caffè dalla cucina

raggiunge anche le stanze più lontane.

Corre il trenino tra tavoli e divani,

meravigliando il bimbo inginocchiato.

Frena, riparte e lui batte le mani

per richiamare chi glielo ha donato

M’alzo dal letto pieno d’ottimismo

a salutare il magico Natale,

a ricacciare indietro il consumismo

che al mio bambino ha fatto già del male!









Babbo Natale e Gesù bambino

 

 

Cade sulla città la prima neve,

imbiancando gli addobbi colorati;

giunge dal cielo con un volo lieve,

stupendo i bimbi dagli occhi spalancati.

Il magico Natale s’avvicina,

e crea l’impareggiabile atmosfera

che versi, suoni e favole sciorina

tra i banchi già gremiti della Fiera.

Vedo seduto con Gesù bambino

Babbo Natale che mi fa un sorriso.

A Betlemme la Fede è al lumicino,

mentre il pancione si cala in un camino!





La festa del Natale

 

 

La Festa delle feste s’avvicina,

mentre Sayana con le calze a rete

sul marciapiede, con fare da bambina,

vende amore vicino al grande abete.

Enrico attratto dal vocio della gente,

va alla finestra che non vuole aprire.

Gli occhi smarriti si perdono nel niente,

la mente invece rifiuta di soffrire.

Ombre furtive trovano indumenti,

lasciati a lacerare tra i rifiuti.

Spesso la povertà non fa commenti

e non s’aspetta mai facili aiuti.

Ilaria gioca nel letto d’ospedale

con bambole davvero straordinarie.

Forse avrà il tempo di vivere il Natale,

i cori alpini e… le luminarie!




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