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La terra si colora di azzurro

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La terra si colora di azzurro.

E non c'è bisogno che sia la tua per accendere il cuore e la fantasia.

Terra non mia, ammesso che ce ne sia una mia.

Terra ordinata, curata, coltivata, eppure piacevole.

Terra senza confini, eppure chiusa dentro l'efficienza bonaria.

Questa gente mi sento di rispettarla.

Cammino e cerco un posto.

E lo trovo. "Il posto" è sempre un po' più in là del tuo sguardo. Bisogna sempre voltare un po' lo sguardo e andare odorando l'aria, lasciando che gli occhi e i suoi giudizi cessino il loro lavoro.

Il sole accompagna i colori. Qualche rumore della strada mi ricorda che siamo a pochi chilometri da Milano.

Si, non è la mia terra, eppure non ha poi così tanta importanza. Ora è sotto i miei piedi e non c'è bisogno di nessun certificato di proprietà per toccarla, per calpestarla, per amarla. E' terra. E' la Terra. E' il pianeta.

Trovo aria, l'aria che sto cercando tra le foglie e le ombre, qui al Parco Agricolo Sud Milano. E' un'oasi e davvero qui non ho padroni a cui badare. Eppure li temo. Contadini litigiosi o, semplicemente, curiosi, o gelosi. La terra è femmina e i contadini sono spesso maschi.

Vedo una macchina in lontananza, tornando indietro. La solitudine è sempre carica di paura, anche se i miei piedi toccano la generosa Terra. E allora decido di andare verso la macchina, meglio subito.

E' un ragazzo e il suo cane. Un bel pastore tedesco che mi viene incontro. E mi squilla il cellulare.

Torno con violenza a questo mondo. A questo mondo fatto di troppe cose. Compresi i pick up e i cellulari.

Atterro, si sto proprio troppo vicino a Milano per dimenticarmene.

E la campagna rimane allegra dietro di me. Forse pensa come faccio ad avere tutto il coraggio che ci vuole per tornare a Milano. Mi guarda e sorride. Sa che tornerò da lei. Sia pure per un attimo, un minuto, dieci minuti...

E mi accoglierà qui, dove lo sterco odora di formaggio.

E la merda serve per concimare e non per offendere gli altri.

E il cervello è già in corsa sulla mia moto. Cercando l'aria forzata dei 100 all'ora. E il tramonto mi aspetta nel cemento. E in questa prigione dorata qualcosa succederà anche stasera. Forse non per me, ma fa lo stesso.

Arriverà anche il mio turno di godere del fascino sfacciato della metropoli.

Ballare fino all'esaurimento. Quando gli orologi, almeno per una notte, funzionano al contrario: più è tardi più è bello. Rosso il semaforo. Pochi secondi. Attento al verde. Non perdere un secondo del tuo diritto al verde.

La città mi inghiotte, anche stasera.

Ciao Milano